"Era scesa l'oscurità nel Forte: nell'aria c'era odore di morte, di fuoco e
fumo. Ogni cosa ricordava la battaglia durata tutta la notte, che aveva portato
con sé vite innocenti di guerrieri coraggiosi e persone che abitavano
all'interno di quelle mura, all'apparenza, inespugnabili.
E, come se non bastasse, avevano portato via una persona a noi cara: la
bambina dai capelli rossi, innocente come l'acqua, fragile come un cristallo.
L'avevano strappata dalle braccia della madre e dei compagni, di chi avrebbe
dovuto proteggerla: non posso fare a meno di chiedermi se sarebbe cambiato
qualcosa con la nostra presenza.
Se, usando i nostri poterti, avremmo potuto salvarli, aiutarli, scacciando chi aveva allungato i suoi artigli su di noi.
Guardavo il mio riflesso distorto nel secchio d'acqua: mi sciacquai il viso
con il liquido gelido, ma sentii comunque le lacrime minacciare di farsi avanti.
Volevo arrabbiarmi, ma non potevo: forse poteva essere un vantaggio, ragionando
a mente fredda su come colpire e agire.
Su come torturare i nostri aggressori una volta trovati.
La mia mente passò a rassegna quelle che conosceva: staccargli le unghie,
legarli nudi in mezzo alla neve ricoperti di ferite per attirare gli animali,
tagliare loro i genitali e farglieli ingoiare.... Sadici modi di vendicare chi
non potevo più salutare o vedere.
Non volevo piangere, ma sentivo che una parte di me voleva farlo: desideravo
seppellire il mio viso sul petto di Ian ed esplodere in lacrime.
Ma a cosa sarebbe servito?
Mi asciugai il viso, guardando in direzione della ragazza chiamata
"Strega": io e i miei compagni attendevamo solo lei per partire, e ogni
secondo era fondamentale per non perdere le tracce.
Ma per seguirle serviva qualcuno che sapesse cosa fare e come agire.
E quella non ero io: io ero emotiva, impulsiva. Seguivo il cuore e
l'istinto, non analizzavo la situazione a mente fredda: conoscevo, però, chi
poteva farlo.
Ma sarebbe stato un grosso sacrificio per me e avrei infranto una promessa
importante: l'avevo giurato sul laccio che portavo al collo, a me stessa, al
tatuaggio che ora decorava il mio polso.
L'avevo giurato al guerriero mezzodemone.
Eppure lei mi serviva.
Combattuta, afferrai la punta spezzata di una lama che giaceva a terra,
annerita dal fuoco che aveva divorato tutto, vite e la stessa notte: guardai il
riflesso dei miei occhi sulla lama, e uno sguardo vuoto rispose. Uno sguardo
pieno di paura, di tristezza, ma determinato a uccidere, assetato di sangue
come dello stesso ossigeno: doveva solo trovare qualcuno che lo frenasse,
dandogli briglia sciolta solo al momento giusto.
Zac.
La prima ciocca scivolò a terra, sulla neve: lunga e morbida, con riflessi
ramati, ricordava un ramo contenente braci accese.
Zac.
La seconda la seguì, sfiorando la guancia non appena la lasciai andare:
sentivo freddo sul collo, i sensi di colpa dilagare sino alle punte delle dita.
Non volevo farlo, ma....
Sapevo che senza di lei non me la sarei cavata: un'ultima volta, come una
droga, avrei assaporato la sensazione di essere Cinder, la ladra, l'assassina
fredda e calcolatrice.
Zac, zac, zac, zac.
Ora ai miei piedi c'erano una marea di rami scuri con vene di braci: morbidi,
caldi, ora erano a terra, tra la neve smossa e i cocci anneriti dal
fuoco.
Guardai il riflesso sulla lama: due occhi, uno grigio come la cenere, e
l'altro di un verde misto al marrone, spiccavano sulla pelle bianca e risposero
alla mia occhiata. Occhi freddi, determinati, assetati di sangue ma calcolatori
e attenti: iridi che conoscevo da tempo, le stesse che avevo da bambina, prima
di conoscere l'amore.
Ora, lo stesso amore mi aveva spinto a tornare indietro: l'affetto per le
persone che mi avevano accolto nonostante la mia diversità, le stesse che mi
avevano protetto e consolato, che mi avevano aiutato a superare i miei dubbi.
Che mi avevano aiutato ad accettarmi per ciò che ero.
Legai le ciocche corte, montando su Sean: i miei compagni mi avvisarono che
anche la Maga era pronta.
Quando li raggiunsi, con il cappuccio alzato, nessuno mi chiese perché i
miei capelli erano stati tagliati o perché quegli occhi fossero striati di
grigio: avevano anche loro pensieri e tormenti, legati a eventi che ci avevano
portato ad abbandonare casa per cercare quella bambina.
Mi voltai ancora una volta verso il Forte, osservandolo e pregando Lilith di
proteggerli sino al nostro ritorno: la supplicai di difenderli, di fare in modo
che trovassero la forza di superare quel momento difficile.
Poi mi voltai, cavalcando verso sud.
In lontananza, una lama brillava nella neve smossa: il vento accarezzò i
capelli scuri di una donna che aveva appena infranto una promessa."
Tutto basato su ciò che accade qui *click* (per intenderci, alla fine del Secondo Capitolo "The wolf's brand"): spiego subito che si taglia i capelli perché, da bambina, era costretta a farlo a causa del ladrocinio, quindi per lei ciò è simbolo di apparteneza al passato.
Spero di cuore che vi piaccia, nonostante non sia la perfezione fatta e finita =)
Ma si sa: quando si segue l'istinto nulla è garantito.
In ogni caso, spero di essere riuscita a rendere l'idea.
Notte a tutti!
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